sabato 19 febbraio 2011

#28 - Il silenzio è la voce della nostra protesta

"Cosa ci fate lì per terra?" "Siamo protestanti!" "E non potete andare nelle vostre chiese a fare queste cose?"



Si chiama Flash Book, è nato l'anno scorso a Dicembre. Ci siamo seduti per terra davanti alla Rinascente e abbiamo iniziato a leggere in silenzio. Eravamo in 8, armoniosi, congelati, ispirati.
La cosa si è ripetuta, un altro sabato, sempre nello stesso luogo, ma stavolta eravamo in 150. Per esprimere collettivamente un disagio, per urlare contro la politica del nostro Paese, o contro la decadenza della Cultura, o contro il prezzo alto dei cd. Ognuno con la sua storia, i suoi motivi, la sua persona - inalienabile, pura, individuale - senza la possibilità di fare la voce grossa, sovrastato da un silenzio più alto, più rumoroso e violento di quante grida avessimo mai sperimentato in piazza. Silenziosi all'unisono, puliti, belli.
La storia ha avuto eco, a Catania, ad Arona, a Venezia, a Londra. A Milano c'è stato un terzo appuntamento in piazza Cordusio che ha contato una partecipazione di 400 persone - ragazzi, adulti, passanti fermatisi a leggere. Si sono messi in moto migliaia di contatti (blogger, disegnatori, fotografi, filosofi, lettori...), animati da un intento comune: condividere un gesto, bello, forte. (Criticateci anche questo adesso!)
Non è solo estetica, è una profonda consapevolezza che ci anima. Non c'è più altro modo di comunicare che privarsi del suono delle parole. C'è troppo rumore, non ci interessa. Ci appelliamo al libro, simbolo della Cultura in cui continuiamo ostinatamente a credere. Il libro è il piano di confronto da cui non vogliamo prescindere. Senza Cultura ogni antitesi è priva di contenuto - e il presente in questo senso ci offre molti esempi. Rivendichiamo uno spazio di socialità vera, che si basi su nuovi presupposti. Siamo già noi oggi l'atto fondante una nuova società.
Contagio immediato, la storia continua...
Seguici sul blog: www.flashbook.it e su Facebook: paginagruppo, Flash Book intercity
Prossimi eventi programmati: Milano, Venezia, Catania.


venerdì 18 febbraio 2011

#27 - Stand up! Get up for your rights!

Qualcosa si è smosso nella serena oasi ciellina di via Celoria 16: l'articolo che ho pubblicato sulla bacheca in atrio ha attirato gruppetti di associati alla loggia.
Nessuna risposta, per ora. O meglio, qualche anima povera di pensiero (ma ricca di spirito, ben intesi) ha simpaticamente girato di 180° il supporto mobile della bacheca - davvero inefficace... Un altro ha pensato bene di rimuovere il foglietto in cui ho scritto due righe di aggiornamento tratte dal post #26.
E io che mi chiedevo quanti giorni sarebbe durato il mio pezzo di carta... 
Coraggio, piccoli testimoni del conto in banca del Signore, non state facendo abbastanza! Vi voglio più incisivi, "stand up, get up, don't give up the fight!", come diceva Bob...

martedì 15 febbraio 2011

#26 - Aggiornamenti - Io non mi dissocio!

Bagnasco inchioda Berlusconi: "La trasparenza è una cosa importante!"
Eh, già! Ma dai?

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Era da qualche giorno che non si parlava più di lui... ed eccolo, tronfio e trionfante!
Sto parlando di? STO PARLANDO DI? .... MASI!!! Il magnifico direttore!





Pensate, garantirà la trasparenza sulle operazioni di televoto!
Vedi Bagnasco? Abbiamo risolto anche questa...
Grazie direttore, abbiamo così bisogno di lei!



lunedì 14 febbraio 2011

#25 - In replica a Oscar Pini, nonché al Reverendissimo Cardinale

Rispondo all'articolo che potete consultare qui.

Caro Oscar, non posso che rimanere ammirato per l’equilibrato e fine gioco retorico con cui ha imperlato il Suo intervento. Eppure, chissà per quale motivo, la tesi e le argomentazioni, condotte con una pretesa di consequenzialità che lascia molto a desiderare, stridono nelle mie orecchie come la tessera di un puzzle che si vuole inserire a forza nel settore sbagliato. Mi sento in forte imbarazzo nel risponderLe, non fosse che per il fatto di trovarmi a dire cose ovvie quanto banali, evidenze che per arcane ragioni non suscitano sufficiente sdegno. Suvvia, repetita iuvant!

Una domanda: di che cosa stiamo parlando esattamente? Se non sbaglio degli scandali in cui è coinvolto il presidente del Consiglio. Definiamo meglio, quantifichiamo la parola “scandalo”. Stiamo parlando dei retroscena della vita di un personaggio pubblico, detentore di poteri e responsabilità (anche morali) di grande rilevanza, in una posizione di totale incompatibilità con il suo ruolo. Magari la questione fosse semplicemente morale! Prendiamo in esame gli aspetti politici e giudiziari della vicenda, gli unici su cui ha senso condurre un’analisi rispettivamente politica e giudiziaria: l’individuo in questione, oltre ad essere accusato / assolto per prescrizione del reato / rinviato a giudizio / assolto per modifica della legge in diversi processi, incarnazione vivente del conflitto di interessi italiano, membro della loggia massonica P2, ecc… è relativamente agli ultimi fatti di cronaca indagato per prostituzione minorile e concussione, è manifestamente il cardine di una realtà di corruzione e clientelismo e infine risulta, proprio per la condotta privata di cui lui stesso ostenta con macismo l’eccezionalità, suscettibile di ricatto. Personalmente mi basta questo: un uomo che non si pone scrupoli nel confondere la propria vita privata con quella pubblica, che permette alle escort di entrare nelle sale del potere (laddove contemporaneamente, fin dal ’94, ha basato la propria campagna politica su un’immagine di uomo privato moralmente ineccepibile, industrioso e osservante delle tradizioni religiose), un uomo a cui chi ne abbia l’interesse può senza troppa difficoltà estorcere denaro e informazioni, non ha i requisiti per governarmi. Non c’è alcuna questione morale in tutto ciò.

La contraddizione non solo etica ma in primo luogo politica e giuridica che questo “perseguitato” dei nostri tempi ostenta ha un risvolto pericoloso. Da mesi l’attività parlamentare è del tutto ferma, se non orientata a legiferare per risolvere le impellenze personali del Cavaliere: la stessa presidente di Confindustria ha denunciato l’inadeguatezza dei poteri legislativo ed esecutivo nelle attività di riforma e di ripresa dalla crisi economica, nonché nella progettazione ed attuazione di piani di welfare e di sviluppo a lungo termine. Il fallimento della democrazia rappresentativa italiana, basata su una legge elettorale definita dal suo stesso ideatore “una porcata”, si è manifestato in tutte le sue inquietanti dimensioni: il plateale e svergognato trasformismo (14 dicembre, n.d.r.), l’immobilismo parlamentare, l’assenza di progetti politici (o la mancanza della loro attuazione nell’arco di 17 anni?), la povertà di competenze dei “referenti del popolo”, assoldati sulla base di discutibili meriti, sono una realtà, questa per davvero, che “mina la coesione sociale” e che va affrontata con urgenza e responsabilità. Con questi presupposti come si può invitare a perseguire il bene comune senza mettere in discussione lo status quo?

Ecco perché in tutto questo un invito all’”equilibrio” non può che risultare o una solare ingenuità o un’affermazione ipocrita e interessata. E per stima nei confronti delle capacità intellettuali di Bagnasco propendo per la seconda ipotesi. Del resto lo stesso tentativo di ridurre Berlusconi a un semplice peccatore, e in quanto tale sempre perdonabile, è un sofisticato quanto inconsistente tentativo di “assolvere” il premier appiattendo di nuovo la questione sul piano morale – il titolo dell’articolo non era proprio “Non sarà mai il moralismo a renderci migliori”? – e oscurando una realtà dei fatti molto più scandalosa di certi stili di vita “non compatibili con la sobrietà e la correttezza”. Inoltre, definire il Cardinale una figura “irriducibile al gioco delle parti” è un curioso eufemismo. Basterebbe pensare alle diverse crociate intraprese negli ultimi anni, in cui Bagnasco si è espresso come voce a sostegno delle iniziative berlusconiane, dal Family Day (organizzato da tre politici divorziati) alla battaglia “pro-vita” (promossa da un uomo che con la sua ex-compagna, Veronica Lario, decise a suo tempo di praticare l’aborto) in occasione delle vicende Welby ed Englaro, offrendo di fatto una linea guida all’elettorato. Tra l’altro, rispetto a questi casi, mi chiedo come possa conciliarsi una “morale pubblica” improntata al conseguimento del bene comune con una condotta privata e un pensiero del tutto incoerenti. Non è credibile chi, avendo fino al giorno prima proferito animati sermoni sul dover essere, inviti a mettere in secondo piano le vicende della cronaca e a guardare oltre, quando l’oggetto del contendere è proprio un (discutibile) referente politico del mondo cattolico. Ricorda lo show delle mutande dell’”antimoralista” Ferrara, già fervente animatore della salvaguardia dell’embrione. Come la mettiamo?
 G.C.

domenica 13 febbraio 2011

#24 - Ma che gli prende a tutto il regno di Kalumba? - Juda's speech

Premessa:
Si fa per ridere, non fraintendete...

Osservo sconcertato quello che accade nelle piazze italiane... Folle di inquisitori che condannano all'unisono un perseguitato politico dei nostri tempi, un martire dello Stato, colpevole della sua passione per il genere femminile. La storia non ci insegna nulla: già 2000 anni fa un altro uomo, testimone dell'amore tra gli uomini, fu crocefisso in pubblica piazza.

Agli aguzzini militanti delle sinistre lancio un appello: aprite i vostri cuori, non commettete lo stesso errore di Giuda! Egli non seppe vedere... Who are you to criticise?




It seems to me a strange thing, mystifying
That a man like you can waste his time on women of her kind.

Yes, I can understand that she amuses,
But to let her stroke, and kiss your hair, that's hardly in your line.
It's not that I object to her profession,
But she doesn't fit in well with what you teach and say.
It doesn't help us if you're inconsistent.
They only need a small excuse to put us all away.