« Kim... Kim... Chi è Kim?... » Perché lui cammina quella notte per la montagna, prepara una battaglia, ha ragione di vite e di morti, dopo la sua melanconica infanzia di bambino ricco, dopo la sua scialba adolescenza di ragazzo timido? A volte gli sembra d'essere in preda a furibondi squilibri, d'agire in preda all'isteria. No, i suoi pensieri sono logici, può analizzare ogni cosa con perfetta chiarezza. Ma non è un uomo sereno. Sereni erano i suoi padri, i grandi padri borghesi che creavano la ricchezza. Sereni sono i proletari che sanno quel che vogliono, i contadini che ora vegliano di sentinella ai loro paesi, sereni sono i sovietici che hanno deciso tutto e ora fanno la guerra con accanimento e metodo, non perché sia bello, ma perché bisogna. I bolscevichi! L'Unione Sovietica forse è già un paese sereno. Forse non c'è più miseria umana, laggiù. Sarà mai sereno, lui, Kim? Forse un giorno si arriverà ad essere tutti sereni, e non capiremo più tante cose perché capiremo tutto. Ma qui gli uomini hanno occhi torbidi e facce ispide, ancora, e Kim è affezionato a questi uomini, al riscatto che si muove in loro. Quel bambino del distaccamento del Dritto, come si chiama? Pin? Con quello struggimento di rabbia nel viso lentigginoso, anche quando ride... Dicono sia fratello di una prostituta. Perché combatte? Non sa che combatte per non essere più fratello di una prostituta. E quei quattro cognati « terroni » combattono per non essere più dei «terroni», poveri emigrati, guardati come estranei. E quel carabiniere combatte per non sentirsi più carabiniere, sbirro alle costole dei suoi simili. Poi Cugino, il gigantesco, buono e spietato Cugino... dicono che vuole vendicarsi d'una donna che l'ha tra-dito... Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo. Anche Ferriera? Forse anche Ferriera: la rabbia a non poter fare andare il mondo come vuoi lui Lupo Rosso, no: per Lupo Rosso tutto quel che vuole è possibile. Bisogna fargli volere delle cose giuste: questo è lavoro politico, lavoro da commissario. E imparare che è giusto quello che lui vuole: anche questo è lavoro politico, lavoro da commissario. Un giorno forse io non capirò più queste cose, pensa Kim, tutto sarà sereno in me e capirò gli uomini in tutt'altro modo, più giusto, forse. Perché: forse? Bene, io allora non dirò più forse, non ci saranno più forse in me. E farò fucilare il Dritto. Adesso sono troppo legato a loro, a tutte le loro storture. Anche al Dritto: io so che il Dritto deve soffrire terribilmente, per quel suo puntiglio di fare la carogna a tutti i costi. Non c'è nulla più doloroso al mondo di essere cattivi. Un giorno da bambino mi rinchiusi in camera per due giorni senza mangiare. Soffrii terribilmente ma non aprii e dovettero venire a prendermi con una scala dalla finestra. Avevo una voglia enorme d'essere compatito. Il Dritto fa lo stesso. Ma sa che lo fucileremo. Vuole esser fucilato. È una voglia che prende alle volte, agli uomini. E Pelle, cosa farà a quest'ora, Pelle? Kim cammina per un bosco di larici e pensa a Pelle laggiù nella città, con la testa da morto sul berretto, che gira di pattuglia per il coprifuoco. Sarà solo, Pelle, con il suo odio anonimo, sbagliato, solo col suo tradimento che gli rode dentro e lo fa essere ancora più cattivo per giustificarsi. Sparerà raffiche ai gatti, nel coprifuoco, con rabbia, e i borghesi sussulteranno nei letti, svegliandosi agli spari. Kim pensa alla colonna di tedeschi e fascisti che forse stanno già avanzando su per la vallata, verso l'alba che porterà la morte a dilagare su di loro, dalle creste delle montagne. È la colonna dei gesti perduti: ora un soldato svegliandosi a uno scossone del camion pensa: ti amo, Kate. Tra sei, sette ore morirà, lo uccideremo; anche se non avesse pensato: ti amo, Kate, sarebbe stato lo stesso, tutto quello che lui fa e pensa è perduto, cancellato dalla storia. Io invece cammino per un bosco di larici e ogni mio passo è storia; io penso: ti amo, Adriana, e questo è storia, ha grandi conseguenze, io agirò domani in battaglia come un uomo che ha pensato stanotte: « ti amo, Adriana ». Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano. Certo io potrei adesso invece di fantasticare come facevo da bambino, studiare mentalmente i particolari dell'attacco, la disposizione delle armi e delle squadre. Ma mi piace troppo continuare a pensare a quegli uomini, a studiarli, a fare delle scoperte su di loro. Cosa faranno «dopo», per esempio? Riconosceranno nell'Italia del dopoguerra qualcosa fatta da loro? Capiranno il sistema che si dovrà usare allora per continuare la nostra lotta, la lunga lotta sempre diversa del riscatto umano? Lupo Rosso lo capirà, io dico: chissà come farà a metterlo in pratica, lui cosi avventuroso e ingegnoso, senza più possibilità di colpi di mano ed evasioni? Dovrebbero essere tutti come Lupo Rosso. Dovremmo essere tutti come Lupo Rosso. Ci sarà invece chi continuerà col suo furore anonimo, ritornato individualista, e perciò sterile: cadrà nella delinquenza, la grande macchina dai furori perduti, dimenticherà che la storia gli ha camminato al fianco, un giorno, ha respirato attraverso i suoi denti serrati. Gli ex fascistidiranno: i partigiani! Ve lo dicevo io! Io l'ho capito subito! E non avranno capito niente, né prima, né dopo. Kim un giorno sarà sereno. Tutto è ormai chiaro in lui: il Dritto, Pin, i cognati calabresi. Sa come comportarsi con l'uno e con l'altro, senza paura né pietà. Alle volte camminando nella notte le nebbie degli animi gli si condensano intorno, come le nebbie dell'aria, ma lui è un uomo che analizza, « a, bi, ci », dirà ai commissari di distaccamento, è un « bolscevico », un uomo che domina le situazioni. Ti amo, Adriana. La valle è piena di nebbie e Kim cammina su per una costiera sassosa come sulle rive di un lago. I larici escono dalle nuvole come pali per attraccare barche. Kim... Kim... chi è Kim? Il commissario di brigata si sente come l'eroe del romanzo letto nella fanciullezza: Kim, il ragazzo mezzo inglese mezzo indiano che viaggia attraverso l'India col vecchio Lama Rosso, per trovare il fiume della purificazione. Due ore fa parlava con quel barabba del Dritto, con il fratellino della prostituta, ora arriva al distaccamento di Baleno, il migliore della Brigata. C'è la squadra dei russi, con Baleno, ex prigionieri scappati dai lavori di fortificazione del confine. - Chi va là! È la sentinella: un russo. Kim dice il suo nome.
- Portare novità, commissario?